Secondo la Food Standard Agency Britannica bisogna evitare di lavare il pollo prima della cottura. Sembra, infatti, che questo aumenti il rischio di contaminazioni.
Quante volte sarà capitato di leggere la ricetta di un piatto a base di pollo e che uno dei passaggi fosse quello di lavare la carne?! Sicuramente tantissime. Al punto che questa pratica sembra essersi radicata, tramandata da generazioni, come fondamentale prima della cottura.
Eppure, l’ente governativo britannico Food Standard Agency la pensa diversamente, spiegando come e perché sia una pratica dannosa.
Perché non si deve lavare il pollo crudo
È noto come quella del pollo sia una carne che da crude conserva e trasporta un gran numero di batteri e germi. Così come è noto che in fase di cottura bisogna prestare la massima attenzione affinché non vi sia nessuna parte cruda.
Sembra quindi che la tecnica di lavare la carne possa eliminare parte di questi batteri, rendendo la cottura più sicura. Tuttavia, l’ente Food Standard Agency ha rilevato come questa altro non faccia che aumentare il rischio da contaminazioni incrociate.
Soprattutto, questa aumenta esponenzialmente il rischio di infezione da Campylobacter. Questo provoca nausea, diarrea, dolori addominali, febbre e vomito ed è una delle infezioni più diffuse (supera, in alcuni paesi, la salmonellosi).
Cos’è la contaminazione incrociata e come prevenirla?
Si parla di contaminazioni incrociate spesso in riferimento alla celiachia. Il termine si riferisce a germi e batteri che contaminano un alimento differente da quello su cui si sono sviluppati.
Come si legge sul sito della Food Standard Agency lavando il pollo si aumenta il rischio di contrarre l’infezione da Campylobacter
Se si lava il pollo che presenta questo batterio, gli schizzi dell’acqua corrente che colpiscono gli utensili nelle vicinanze, oppure le mani, portano i germi su altri cibi. Evitando di lavare il pollo si ridurrà al minimo il rischio di entrare in contatto con quei germi. La cottura, di per sé, è già utile a eliminare germi e batteri, risultando anche la tecnica più efficace.
Come spiega Il Fatto alimentare, per ridurre al minimo il rischio di contaminazioni incrociati bisogna conservare i cibi cotti nei ripiani alti del frigo, mentre quelli crudi in quelli bassi. Bisognerebbe lavarsi le mani dopo aver toccato ogni cibo, così come bisognerebbe lavare gli utensili dopo l’utilizzo. Infine, si deve sempre pulire il tagliere (o usarne uno diverso) per cibi diversi, cotti o crudi.