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Il cibo conquista e domina i social, ma chi ne parla spesso non lo conosce abbastanza

Dall’epoca dei foodblogger alla generazione attuale dei content creator: il panorama dei professionisti nel settore del food&beverage ha subito una trasformazione radicale, orientandosi sempre più verso i canali social come TikTok e Instagram. Questi nuovi protagonisti del web, spesso privi di competenze culinarie avanzate, riescono a conquistare il pubblico e le aziende grazie alla loro capacità di trasformare semplici piatti in creazioni gourmet, talvolta senza nemmeno accendere i fornelli. Molto apprezzati per il loro stile unico e la capacità di coinvolgere i follower con un semplice “Hey guys“, stile alla Ferragni, questi influencer hanno costruito vere e proprie community basate più sul personaggio che sulla ricetta proposta.

Sonia Peronaci, pioniera delle ricette online dal 2006 con Giallo Zafferano, osserva come il panorama si sia affollato e competitivo, dove la spontaneità e il carisma prevalgono sull’effettiva abilità culinaria. La sua Factory milanese è divenuta un incubatore per aspiranti food influencer, offrendo formazione basata sulla sua vasta esperienza nel settore.

Follower ed engagement: perché a volte le campagne preferiscono i micro influencer

Oggi, le campagne pubblicitarie valutano gli influencer non solo in base al numero di follower ma anche all’engagement, preferendo a volte collaborare con micro e medio influencer per campagne più mirate e autentiche. Questo nuovo approccio richiede un’attenta selezione basata non solo sui numeri ma sulla qualità del contenuto e sull’etica professionale degli influencer, come evidenzia la consulente di influencer marketing Francesca Gonzales.

Tra i nomi più influenti nel mondo food, troviamo Benedetta Rossi, Max Mariola, Nonna Silvi Official, Daniele Rossi, e molti altri, ognuno con un seguito impressionante sui social media e capaci di dettare trend e influenzare il consumo alimentare. Nonostante il successo, emerge la necessità di una riflessione critica sul valore reale e la sostenibilità a lungo termine di questo fenomeno, in un equilibrio tra popolarità virtuale e competenza effettiva nel settore del food.