L’olio d’oliva e l’olio di semi sono due ingredienti fondamentali in cucina, ma con caratteristiche e utilizzi ben distinti. L’olio d’oliva, sia nella versione vergine che extravergine, proviene direttamente dalle olive attraverso un processo di estrazione meccanica che mantiene inalterate le sue qualità organolettiche e nutritive. Questo olio è celebre per il suo profilo ricco di grassi monoinsaturi, con un gusto che può variare da fruttato a piccante, a seconda della varietà di olive e del metodo di produzione.
Al contrario, l’olio di semi si ottiene dalla lavorazione di vari semi come quelli di girasole, mais, o arachidi, spesso attraverso metodi che includono l’uso di solventi chimici, compromettendo così parte delle proprietà nutritive originarie. Gli oli di semi sono generalmente caratterizzati da una maggiore presenza di acidi grassi trans, meno salutari rispetto a quelli presenti nell’olio d’oliva.
Olio d’oliva, pilastro della cucina mediterranea (ma non il migliore per friggere)
Mentre l’olio d’oliva rappresenta un elemento irrinunciabile della dieta mediterranea, usato in svariate preparazioni culinarie per il suo sapore unico e le sue note aromatiche, l’olio di semi trova impiego in diverse cucine, specialmente per friggere, grazie al suo elevato punto di fumo che consente di cucinare a temperature alte senza rilasciare sostanze nocive.
In definitiva, la scelta tra olio d’oliva e olio di semi dipende non solo dal processo di produzione e dal profilo nutrizionale, ma anche dalle preferenze personali e dall’uso culinario previsto. L’olio d’oliva continua a essere apprezzato per le sue qualità gustative e salutari, mentre gli oli di semi offrono una versatilità che li rende adatti a diverse tecniche di cottura.