Lo hanno già ribattezzato “panino dei record” visto che si fregia del titolo di hamburger più costoso d’Italia, ma non fatevi ingannare da questa parola, che di solito richiama estremi da circo. Il One Million Burger, al contrario, è un’esperienza di gusto raffinata ed elegante che nasce dall’incontro con la cucina gourmet di un ristorante stellato di Taormina e da un’idea, quasi giocosa, di un imprenditore catanese. Lui è Giuseppe Sbriglione, proprietario di Bif, hamburgeria e steak house nel cuore del centro storico catanese, che in un’intervista esclusiva per Cucina in mente ci ha raccontato tutti i segreti dell’hamburger nato sotto il vulcano che sta facendo parlare di sé tutta l’Italia.
La cucina gourmet si fa panino
Come è nata l’idea di questo hamburger gourmet?
L’idea è nata un po’ per gioco, grazie anche all’incontro con lo chef Riccardo Russo. Lui fa parte della brigata del ristorante stellato Timeo di Taormina, ma ha collaborato con noi per l’avvio di un nuovo progetto culinario collaterale a Bif. Volevo creare qualcosa di diverso, un hamburger che rivoluzionasse il modo di intendere il classico panino. Io gli ho dato lo spunto: un panino da realizzare con l’oro, quasi per gioco. Lui, dal canto suo, ci ha messo la sua sensibilità culinaria e la sua esperienza con la cucina stellata. Poco tempo dopo è nato il One Million Burger.
A chi è destinato? Chi lo mangerà?
A tutti i curiosi della tavola. A chi ama scoprire nuovi gusti, esplorare nuovi percorsi di gusto, farsi affascinare da nuovi sapori. A chi sa riconoscere, e anzi ricerca, la qualità delle materie prime. Ai cultori della buona tavola che vogliono assaggiare la cucina gourmet, ma in una veste tutta nuova. Probabilmente, chi sceglie il One Million Burger, di solito l’hamburger non lo mangia. Ma non è detto che chi ama i sapori decisi della carne grigliata o delle salse intense dei nostri panini non possa sorprendersi piacevolmente con questa nuova esperienza di gusto.
Cosa si beve con questo panino?
Senza ombra di dubbio un calice di Barolo Chinato, profumato, dalla persistenza aromatica e perfetto per esaltare, senza sovrastare, i gusti complessi del piatto.
L’utilizzo dell’oro in foglie
Un hamburger d’oro da 90€ e il primato di essere il panino più costoso dell’intera Italia: provocazione o esperienza di gusto luxury?
Entrambi: è una provocazione perché è un hamburger che non dovrebbe nemmeno chiamarsi così, è fuori dai canoni del nostro menù e un po’ diverso da quello che i nostri clienti abituali si aspettano. Ma è anche un’esperienza di gusto intensa, vista la profondità dei sapori e il loro modo di combinarsi. Diciamo che è un piatto che fa parlare di sé…
Qualcuno l’ha già rinominato il panino d’oro, in effetti il bun dorato è realizzato con oro 24 carati. In molti si chiedono se l’oro si possa mangiare davvero, se abbia controindicazioni o che sapore abbia…
Certo, è “oro commestibile”. Non siamo i primi ad utilizzare la foglia d’oro in cucina, ma probabilmente siamo i primi a farlo in un hamburger. Non ha un sapore determinante, piuttosto ha una connotazione in termini di consistenza. Queste foglie d’oro vanno lavorate in un modo incredibile, sono talmente sottili che fa fatica anche la pinza da cucina. Non passano mai dalle mani di chi le lavora. Il nostro panificatore, nel realizzare il bun dorato, ha una tecnica davvero speciale. E poi, fondamentalmente, l’oro in questi piatto ha una valenza estetica: in tavola il primo assaggio si fa sempre con gli occhi.
Il focus sugli ingredienti
Chiaramente non c’è solo l’oro ad elevare il One Million Burger, ma una serie di ingredienti di altissimo livello. Ce li presenta?
Il pane è aromatizzato al tartufo nero e interamente ricoperto in foglie d’oro da 24 carati. Il pezzo forte è una tartare di filetto di fassona piemontese, ma tutti gli ingredienti sono di primissima qualità, eccellenze del nostro paese lavorate in modo sorprendente. Nel One Million Burger troviamo lattuga nostrana affumicata, datterino giallo di Sicilia scottato, nocciole del Piemonte tostate, crema di gorgonzola blu del Monviso, cipolla rossa di Tropea marinata al barolo chinato e una deliziosa maionese handmade al tuorlo d’uovo bio. Sapori forti che insieme stanno in un equilibrio perfetto. Il primo morso ti esplode in bocca. Merito anche delle consistenze: ce ne sono sette diverse!
Voglio assolutamente due parole sulla lattuga affumicata, un trattamento insolito per questo ortaggio…
In effetti è un ingrediente che merita attenzione perché nonostante la lattuga sia un ortaggio semplice e comune, in questa preparazione, viene trattata con una tecnica di cucina complessa e particolare. Prima di arrivare al piatto, questa lattuga passa per diversi passaggi: viene cotta in forno al cartoccio, aromatizzata con un mix di spezie segreto in cui figurano, tra gli altri, anche l’alloro e la salvia. Alla fine il risultato è un sapore affumicato deciso, ma delicato, di legno. Una nota persistente, ma non invadente.