Cosa c’è di veramente naturale nel vino naturale? Una domanda non banale, alla quale ha tentato di rispondere Riccardo Cini, titolare della cantina umbra Casa dei Cini. Intervistato da Repubblica, l’esperto ha raccontato: “Questa zona è una zona tendenzialmente con terreno alluvionale, abbiamo un sedimento principalmente sabbioso. Le nostre terre, insieme a quelle laziali, sono state tra le prime ad essere delegate all’agricoltura e alla viticoltura. Le piante che vedete nel nostro terreno hanno già selezionato, ovvero le sue cellule sono già differenziate. Se io le apro e le controllo al microscopio, ho già gli accenni floreali. Quindi la pianta sa già quanti grappoli produrrà l’anno successivo. Poi la pianta, col passare del tempo, dovrebbe crescere e allungarsi, ma questo renderebbe il nostro lavoro più faticoso. Per questo, in maniera poco aggressiva, la costringiamo a rimanere nella stessa zona”.
“Di conseguenza, quello che bevete a tavola non è comunque un vino naturale, è comunque un prodotto artefatto. In realtà lo scopo della pianta sarebbe quello di produrre semi che poi mangiati dagli animali e riprodotti tramite escrementi, permetterebbero la sopravvivenza della specie. Quindi di naturale, nel vino naturale, non c’è niente. Io faccio un vino non manomesso – ha spiegato Riccardo Cini – ma questo non significa che sia naturale”.