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Maxi-sequestro di patate in Salento: venivano spacciate per italiane, ecco il trucco scoperto dalla Guardia di Finanza

Patate che provenivano in realtà dall’estero, soprattutto dalla Francia. Ma che venivano fatte passare per locali e poi immesse nel mercato in Salento. A sventare la truffa è stata la Guardia di Finanza, che ha sequestrato 33 tonnellate di tuberi per un valore commerciale di 150mila euro (56mila il valore della materia prima). Le Fiamme Gialle del comando di Gallipoli hanno individuato, in particolare, una società locale, un grosso rivenditore attivo nel basso Salento nel settore del commercio di frutta e ortaggi, che secondo le accuse gestiva la truffa: in pratica, come ricostruito dai militari, i responsabili del raggiro importavano patate dall’estero, in particolare dalla Francia, e poi, dopo averle lavate, le immergevano in vasconi contenenti terra rossa locale e le rivendevano come se fossero state prodotte in Salento.

Le patate erano spacciate per Annabelle salentine, varietà a pasta gialla e buccia gialla, dalla forma allungata, con polpa soda, coltivate nel Mediterraneo, considerate di pregio perché hanno un elevato contenuto di amido, proteine e sali minerali. Di sicuro maggior valore rispetto alle francesi. La patate nazionale ha infatti un costo che può variare da 1.69 a 2 euro al chilo, mentre quella francese costa meno. Vista la difficoltà di produzione nella zona, il prezzo subiva oltretutto un’ulteriore ricarica.

Dopo la procedura di lavaggio e immersione nella terra, le finte Annabelle pugliesi venivano confezionate con un packaging ingannevole che evocava l’origine salentina della merce. Il rappresentante legale della società, un commerciante pugliese, è stato denunciato per frode in commercio e vendita di prodotti con segni mendaci. Inoltre, nel corso dell’intervento sono stati identificati quattro lavoratori italiani “in nero” che si occupavano prorpio delle patate. Un’operazione a cui hanno preso parte anche gli ispettori del dipartimento dell’Ispettorato centrale per il controllo della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Masaf – Ufficio territoriale Italia Sud-Est.


Anche i sacchi di confezionamento e il packaging finale erano stati contraffatti abilmente per dimostrare agli acquirenti che si trattava di prodotti locali a filiera corta e di grande qualità, da vendere a prezzo maggiorato. Il sequestro è stato convalidato pienamente dal Gip, come emerge dall’ordinanza: “Considerato che non sussistono dubbi in ordine al fumus del reato, è più che evidente che il sequestro debba essere convalidato”. Sono ancora in corso ulteriori verifiche fiscali.