Una moda che ha contagiato il mondo, quella degli istant noodles. E che sembra aver catturato soprattutto il pubblico più giovane, affascinato da tutto quello che proviente dal Giappone e dai tanti spot che li hanno pubblicizzati negli ultimi anni. Si tratta, d’altronde, di una pietanza saporita e dal basso costo, che oltretutto si prepara in pochissimo tempo: basta aggiungere acqua bollente ed eccoli pronti in un paio di minuti. In Oriente sono venduti per lo più in ciotole o tazze che fungono da scodella, ma all’estero si accontentano di versare l’acqua nella stessa busta che li contiene (è una plastica studiata appositamente) insieme al condimento che darà colore e sapore al liquido. La domanda, da tempo, è sempre la stessa: i noodles sono pericolosi per la salute? Come spiegato dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità, un assaggio ogni tanto può andare bene, ma un uso prolungato è assolutamente sconsigliato.
A lanciare l’allarme è stato il Guardian con un’inchiesta sulla popolarità dei noodles istantanei che si sta diffondendo rapidamente in Africa, Sud America e parti dell’Asia. Con tanto di preoccupazioni circa il loro legame con l’aumento delle malattie non trasmissibili, in particolare quelle legate al cuore, a causa degli alti livelli di sale che questi prodotti contengono. Secondo la World Instant Noodles Association, nel 2023 sono state consumate 121,2 miliardi di porzioni, con un aumento del 2,6% rispetto all’anno precedente. La popolarità della cultura pop coreana ha anche aumentato la domanda di cibi coreani nei paesi più ricchi e tra le classi medie dei paesi in via di sviluppo. Uno studio del 2017 che ha analizzato il contenuto di 765 prodotti di pasta istantanea in 10 paesi, ha rilevato un’ampia gamma di livelli di sale, dal 35% al 95% dell’assunzione giornaliera di sale da parte di un adulto.
Barry Popkin, professore di nutrizione con sede negli Stati Uniti che fa campagna contro gli alimenti ultra-processati, dice che l’odore, derivante dagli additivi artificiali, è parte dell’attrattiva e attira le persone sui noodles. “Negli Stati Uniti vedo continuamente gli studenti universitari che li usano camminando per strada. È un prodotto molto popolare, ma non siamo niente rispetto ad altri paesi. In Cina, Asia e Africa, la quantità consumata dalle persone è davvero elevata. È uno degli alimenti ultra-processati più malsani a causa della quantità di sodio e dei tipi di grassi. Il fatto che le persone ne mangino due o tre pacchetti al giorno non sorprende che l’ipertensione sia alle stelle”.